Fodera termica per container protezione da umidità e condensa

Fodera termica per container protezione da umidità e condensa

Perché la fodera termica per container Thermo Protector crea più valore rispetto ai thermal liner concorrenti

Montaggio brevettato con tempi certi, fondo “forklift-safe”, sigillatura totale e tracciabilità T/UR: così Thermo Protector riduce tempi, variabilità e costi operativi lungo la catena logistica.

Che cos’è Thermo Protector

Thermo Protector è una fodera termica per container con fondo e porta sigillabile, dotata di sistema di montaggio brevettato.
I tempi medi di montaggio sono di circa 3 minuti per container da 20 piedi e 10 minuti per 40 piedi.
È realizzata con fondo calpestabile con muletto, chiusura porta a velcro e configurazione completamente sigillata.

Garantisce il mantenimento della temperatura del carico entro ±10–20 °C rispetto a quella iniziale al momento del carico, riducendo in modo significativo gli shock termici. È un’alternativa economica al reefer, con un risparmio del 40–60% sui costi di trasporto e può essere dotata di DataLogger per monitoraggio temperatura e umidità.

Il problema reale da risolvere

Nei container dry gli sbalzi termici e il fenomeno del “container rain” compromettono l’integrità del carico: imballi danneggiati, muffe, corrosione e contaminazioni. Un liner efficace deve proteggere il micro-ambiente interno, semplificare le operazioni di magazzino e ridurre il rischio operativo a parità di costi.

Dove Thermo Protector si distingue

Thermo Protector si distingue per un insieme di caratteristiche integrate:

  • Montaggio brevettato con tempi guida precisi (3’/10’ per container 20’/40’), che riduce i tempi operativi e la variabilità tra operatori.

  • Fondo forklift-safe calpestabile con muletto, che garantisce una movimentazione sicura senza danneggiare la fodera.

  • Chiusura a velcro e sigillatura totale con calamite per l’ancoraggio, che proteggono da umidità, odori, sporco e insetti.

  • Prestazione termica stabile con variazioni contenute entro ±10–20 °C, ideale per prodotti sensibili alle temperature.

  • Alternativa economica al reefer con riduzione dei costi fino al 60%, mantenendo la sicurezza del trasporto.

  • DataLogger integrabile per il controllo e la tracciabilità dei parametri termo-igrometrici durante il trasporto.

Come si posizionano i thermal liner concorrenti

Il mercato offre diverse soluzioni di liner riflettenti (Met-PET/ALU) e traspiranti.
Molti competitor promettono una buona attenuazione termica e copertura completa del container, ma raramente offrono un sistema di montaggio brevettato, un fondo rinforzato forklift-safe o la possibilità di tracciamento dei dati.

Alcuni modelli puntano sulla traspirabilità per gestire la condensa (liner con membrane e strati assorbenti), ma non garantiscono la stessa sigillatura contro odori, sporco e insetti che distingue Thermo Protector.

Specchietto di confronto

Caratteristica Thermo Protector Liner concorrenti tipici
Sistema di montaggio Brevettato – tempi 3’ (20’) / 10’ (40’) Manuale, non standardizzato
Fondo forklift-safe Calpestabile con muletto Non sempre presente
Chiusura e sigillatura Porta a velcro, liner completamente sigillato Enclosure parziale, chiusure variabili
Fissaggio facilitato Calamite per installazione rapida Non menzionato
Prestazione termica ±10–20 °C rispetto alla T iniziale Claim generici su riflettività
Gestione condensa Sigillatura totale + disseccanti opzionali Liner traspiranti con membrane assorbenti
Protezione da odori sporco insetti Completa Non sempre garantita
Alternativa al reefer −40% / −60% sui costi Non dichiarato
DataLogger Disponibile per T/UR Non sempre incluso

 

Se serve una semplice coperta riflettente, il mercato offre molte alternative.
Ma se l’obiettivo è ridurre tempi di installazione, standardizzare le procedure, sigillare completamente il carico, proteggere il fondo per l’uso con muletto e monitorare i dati termo-igrometrici, Thermo Protector rappresenta la soluzione a più alto valore aggiunto.

Disseccanti, quale scegliere

Sali disseccanti per scatole e container, quali usare

La scelta del disseccante adeguato è un aspetto spesso sottovalutato nella logistica e nel trasporto delle merci, ma può determinare la differenza tra una consegna perfetta e un carico danneggiato da umidità, muffe o corrosione. I disseccanti hanno il compito di controllare l’umidità relativa all’interno degli imballaggi o dei container, assorbendo il vapore acqueo presente nell’aria per prevenire la condensa e i fenomeni di “sweating” tipici delle variazioni termiche durante il trasporto.

Sul mercato esistono diverse tipologie di materiali igroscopici, ciascuno con caratteristiche chimiche, prestazionali e di costo differenti. Tra i più diffusi troviamo il gel di silice (silica gel), le argille naturali (bentonite o montmorillonite) e il cloruro di calcio, spesso combinato con additivi come amido o gelificanti per aumentarne la sicurezza d’uso.

La scelta del tipo più adatto dipende da numerosi fattori:

  • la durata del trasporto o dello stoccaggio,

  • le condizioni climatichepreviste,

  • la sensibilità della merce all’umidità,

  • e il livello di controllo richiesto (es. ambiente chiuso, container marittimo, imballo singolo).

Di seguito un riepilogo dei pro e contro dei principali tipi di disseccanti, con indicazioni sulle merci più idonee per ciascuno.

1. Silica Gel (gel di silice)

Pro
• Efficiente a basse e medie umidità relative (fino a 60%).
• Mantiene la propria forma anche dopo l’assorbimento.
• Non rilascia liquidi, quindi non macchia e non cola.
• Riutilizzabile dopo essiccazione in forno.
• Non corrosivo e chimicamente stabile.
• Disponibile anche in versioni con indicatore di saturazione (blu → rosa o arancione → verde).
Contro
• Capacità di assorbimento limitata (20–30% del proprio peso).
• Prestazioni ridotte in ambienti molto umidi o a temperature elevate.
• Prezzo più alto rispetto ad argilla e sali.

Merci consigliate
• Elettronica, farmaceutici, strumentazione di precisione, prodotti ottici, tessuti, alimentari secchi.
• Ideale per ambienti controllati o trasporti a umidità moderata.

2. Argilla (bentonite, montmorillonite)

Pro
• Economica e naturale (non tossica, ecologica).
• Efficace fino a circa 50–60% UR, in ambienti moderati.
• Buona stabilità meccanica e resistenza a urti o schiacciamento.
• Ampia disponibilità e facile smaltimento.
Contro
• Prestazioni modeste in alta umidità (>60%).
• Capacità di assorbimento inferiore a silica e CaCl₂ (15–25%).
• Può rilasciare umidità se la temperatura aumenta molto (effetto “desorbimento”).

Merci consigliate
• Prodotti agricoli secchi, tessili, pelli, documenti, beni non sensibili all’umidità residua.
• Adatta a trasporti brevi o in climi temperati.

3. Cloruro di Calcio (CaCl₂) e amido

Pro
• Altissima capacità igroscopica (fino al 300% del proprio peso).
• Funziona anche a elevata umidità (fino al 90%) e temperature estreme.
• Ideale per trasporti marittimi o lunghi periodi di stoccaggio.
• Le versioni con amido o gel trasformano il liquido in massa solida, prevenendo perdite.
Contro
• Il liquido salino prodotto può fuoriuscire se non ben contenuto.
• Corrosivo se a contatto con metalli o materiali sensibili.
• Non riutilizzabile.
• Prezzo medio-alto rispetto all’argilla.

Merci consigliate
• Container marittimi, merci igroscopiche, prodotti alimentari confezionati, mobili in legno, metalli, macchinari, prodotti in carta o cartone.
• Ideale per trasporti intercontinentali, con forti escursioni termiche.

Tipo Capacità di assorbimento Range di UR efficace Rischio perdite Riutilizzabile Costo Merci ideali
Silica Gel 20–30% 20–60% Nessuno ✔️ Medio Elettronica, farmaci
Argilla 15–25% 20–60% Nessuno Basso Tessuti, documenti
CaCl₂+amido 200–300% 30–90% Basso Medio Container, merci igroscopiche

Condizione Scelta consigliata
Trasporto breve in clima temperato Argilla
Stoccaggio a lungo termine o trasporto marittimo Cloruro di calcio + amido
Trasporto a umidità controllata o beni delicati Silica gel
Ambienti molto umidi o con condensa Cloruro di calcio + amido
condensa nel container

Protezione merci da umidità durante trasporto: soluzioni anti-condensa per spedizioni sicure

Il trasporto internazionale delle merci è un processo complesso che espone i prodotti a numerosi rischi, tra cui uno dei più subdoli e diffusi: l’umidità e la condensa all’interno dei container. Questi fenomeni possono causare danni ingenti, con conseguenze economiche e logistiche pesanti per le aziende. Muffa, ruggine, deterioramento degli imballaggi e reclami da parte dei clienti sono solo alcuni esempi dei problemi più comuni.

Per questo motivo, sempre più operatori scelgono sistemi anti-condensa per spedizioni, progettati per proteggere le merci lungo tutta la catena logistica.

Perché si forma la condensa nei container

Ogni container contiene naturalmente umidità: nell’aria, nei prodotti stessi, negli imballaggi e persino nel pavimento in legno. Durante il viaggio, le variazioni di temperatura trasformano questa umidità in condensa, che si deposita sotto forma di gocce sulle pareti e sul soffitto del container. Da qui nasce il cosiddetto “container rain”, capace di compromettere anche spedizioni di alto valore.

Soluzioni contro la condensa nei container

La prevenzione è l’unica strada efficace. L’utilizzo di sali disidratanti e di sistemi essiccanti professionali rappresenta oggi la soluzione più affidabile per mantenere le merci asciutte e sicure.
Prodotti come AbsorGelTM Hanging X o Blanket assorbono l’umidità trasformandola in gel, evitando completamente il rischio di fuoriuscite di liquido.

  • AbsorGel® Hanging X: si appende facilmente all’interno del container, occupando spazio minimo. Grazie alla sua capacità di assorbire fino al 250% del proprio peso in condizioni reali (e fino al 400% in test di laboratorio), garantisce una protezione duratura anche per spedizioni lunghe.  È una soluzione ecologica, monouso ma smaltibile in sicurezza: il cloruro di calcio non è tossico e i materiali plastici sono riciclabili.
  • AbsorGelTM Pouches: per le spedizioni di prodotti inscatolati o imballaggi di piccole dimensioni, esistono formati compatti come le pouches, ideali per tessuti, scarpe, elettronica e articoli di consumo.

Vantaggi dei sistemi anti-condensa

  • Protezione completa: la merce arriva nelle stesse condizioni in cui è stata caricata.
  • Riduzione dei costi di imballaggio: meno materiali protettivi (oli antiruggine, cartoni spessi, film plastici).
  • Efficienza logistica: meno reclami, zero ritardi produttivi, nessun costo occulto.
  • Sostenibilità: materiali ecologici, non tossici e riciclabili.

La protezione delle merci da umidità durante il trasporto non è più un optional, ma una necessità strategica. Grazie a soluzioni avanzate come AbsorGelTM , le aziende possono contare su spedizioni sicure, prive di condensa e rispettose dell’ambiente. Investire in sistemi anti-condensa per spedizioni significa non solo preservare il valore dei prodotti, ma anche rafforzare l’affidabilità del proprio brand agli occhi dei clienti.

come prevenire le muffe nei cartoni

Muffe in un cartone: perché si formano e quali fattori le favoriscono

Le muffe che troviamo sui prodotti in un cartone non compaiono per caso: hanno bisogno di precise condizioni per crescere, e il cartone, per la sua natura, rappresenta spesso l’ambiente ideale. Gli ingredienti fondamentali sono sempre gli stessi: spore (presenti ovunque nell’aria), acqua disponibile, una temperatura favorevole, nutrienti e tempo. Il cartone, quando assorbe umidità o trattiene condensa, offre proprio quel mix di fattori che permette alle muffe di svilupparsi, grazie anche alla presenza di amidi e cellulosa che diventano un’ottima fonte di nutrimento.

Il primo elemento da considerare è l’umidità. In microbiologia si parla di “water activity” (aw), ossia quanta acqua è effettivamente disponibile sulla superficie di un materiale. La maggior parte delle muffe comuni ha bisogno di un aw superiore a 0,80 per iniziare a crescere, ma esistono specie più resistenti che si accontentano anche di valori attorno a 0,65–0,70. Per il cartone, materiale poroso e igroscopico, questo significa che basta un’umidità relativa (UR) che resti attorno all’80% per qualche giorno perché il rischio diventi concreto. Non conta solo l’umidità dell’aria: se una scatola fredda incontra un ambiente caldo e umido, o se si verificano cicli termici tipici di container e magazzini, il vapore si trasforma facilmente in condensa. L’acqua che si deposita in forma di film sulla superficie o che viene assorbita dalle fibre del cartone è esattamente ciò che serve alle spore per germinare.

La temperatura è l’altro grande alleato delle muffe. Esse crescono bene in un ampio intervallo, tra i 5 e i 45 °C, con un picco di velocità tra i 20 e i 35 °C. Temperature più basse rallentano ma non uccidono le spore, mentre oltre i 50–60 °C molte specie smettono di crescere pur continuando a sopravvivere. Ancora una volta, il problema è l’interazione con l’umidità: basta spostare una scatola dalla cella frigo a un magazzino più caldo e umido perché si formi condensa, oppure inserire un prodotto tiepido in un ambiente più freddo perché l’umidità del suo microclima precipiti sulle superfici interne. Non a caso, rotture della catena del freddo, aperture prolungate delle porte o semplici cicli giorno/notte in container possono trasformare il cartone in una spugna bagnata, pronta ad accogliere la crescita fungina.

Se acqua e temperatura predispongono l’ambiente, i nutrienti completano lo scenario. Nel cartone, le fibre di cellulosa e emicellulose, gli adesivi a base di amidi usati per unire le onde, e perfino gli additivi e le polveri depositate diventano una base perfetta per lo sviluppo di muffe come Aspergillus e Penicillium. Se poi all’interno della scatola ci sono prodotti che rilasciano umidità – frutta, verdura, alimenti freschi appena lavati o raffreddati – l’ambiente si arricchisce ulteriormente. Anche piccole tracce organiche, residui di zuccheri, proteine o polvere alimentare bastano a fornire il “cibo” necessario, soprattutto quando le fibre sono già impregnate d’acqua.

Il ciclo è sempre lo stesso: le spore si depositano naturalmente, trasportate dall’aria o già presenti lungo la filiera; il cartone trattiene l’umidità e raggiunge livelli critici di UR; le spore, trovando condizioni adatte, germinano; infine le ife colonizzano fibre e adesivi, producendo nuove spore e rendendo visibili macchie e odori caratteristici.

Per ridurre questo rischio esistono accorgimenti pratici: controllare umidità e temperatura negli ambienti di stoccaggio, mantenendo l’UR sotto il 60% quando possibile; ridurre gli sbalzi termici; evitare la formazione di condensa con una corretta gestione dei flussi d’aria e delle soste a porte aperte; utilizzare barriere vapore, fodere o coperte termiche o Sali essiccanti; scegliere cartoni puliti e asciutti, con collanti a basso contenuto di amidi liberi; e, quando compatibile con il prodotto, favorire la ventilazione interna delle scatole. Anche il tempo gioca un ruolo importante: più a lungo un cartone rimane in condizioni critiche, maggiore sarà la probabilità che le muffe si sviluppino.

In definitiva, la muffa in un cartone non è un imprevisto misterioso, ma la conseguenza diretta dell’incontro tra umidità, temperatura, nutrienti e tempo. Capire come questi fattori si combinano è il primo passo per prevenirla in modo efficace.

Esempio pratico relativo al trasporto del vino

Immagina una spedizione di bottiglie di vino rosso destinate a un importatore estero. Le bottiglie sono confezionate in cartoni ondulati con alveari interni in cartoncino, pensati per separare e proteggere le singole bottiglie. Dopo l’imbottigliamento, le bottiglie non vengono lasciate abbastanza a lungo in cantina per stabilizzare la temperatura: partono dal magazzino di produzione a circa 16 °C, mentre i cartoni erano stoccati in un deposito più caldo, intorno ai 28 °C, durante un periodo estivo.

Il carico viene inserito in un container standard e non refrigerato. Durante il trasporto marittimo, la nave attraversa zone climatiche molto diverse: di giorno, in pieno sole, la temperatura interna del container può superare i 40 °C, mentre di notte scende notevolmente. Questi cicli termici generano ripetuti episodi di condensa: le pareti fredde del container di notte rilasciano acqua che può perfino “gocciolare” sulle scatole (il fenomeno noto come container rain). Il cartone, poroso e igroscopico, assorbe questa umidità, e le fibre interne si impregnano.

Le bottiglie stesse, con il loro contenuto, contribuiscono ad alimentare il microclima. Piccoli residui organici di vino (gocce attorno al collo, qualche trafilatura dal tappo) si combinano con la condensa e diventano nutrienti per le spore fungine già presenti nell’ambiente. Anche la colla degli alveari interni, a base di amidi, è un terreno ottimale quando resta bagnata. Dopo un paio di settimane di viaggio, al momento dello sbarco, alcune confezioni mostrano i primi segni di muffa: aloni scuri negli angoli interni dei cartoni, odore caratteristico e, nei casi peggiori, macchie visibili sugli alveari a contatto con le bottiglie.

Il problema non è soltanto estetico: anche se il vino in sé non è compromesso, la presentazione commerciale è seriamente danneggiata. Per un prodotto come il vino, dove il packaging è parte integrante dell’immagine e del valore percepito, una cassa macchiata di muffa può significare la perdita immediata di vendibilità.

Questo esempio mette in luce i rischi tipici del trasporto marittimo per il vino: oscillazioni termiche, condensa ricorrente, cartoni che trattengono l’umidità e residui organici minimi che, con il tempo, diventano sufficienti a innescare la crescita delle muffe.

Anche in questo caso, una soluzione contro l’umidità possono essere fodere e coperte termiche e sali essiccanti per scatole e container.

Regolamento (UE) 2025/40

Regolamento Europeo sugli Imballaggi

Cosa Cambia e Come Adeguarsi con il Supporto di RLC

Un nuovo scenario per la sostenibilità degli imballaggi in Europa

Il settore degli imballaggi sta affrontando una trasformazione radicale grazie al Regolamento (UE) 2025/40, che ridefinisce le norme sulla produzione, l’uso e il riciclo degli imballaggi. Questo nuovo regolamento, approvato dal Parlamento Europeo, sostituisce la precedente Direttiva 94/62/CE e introduce standard più stringenti per ridurre l’impatto ambientale del packaging.

Nell’attesa di una legge attuativa da parte del nostro governo possiamo già comprendere cosa ci aspetterà nel prossimo futuro.

Ma cosa significa questa normativa per le aziende che operano nel mercato europeo? Quali sono le nuove sfide da affrontare? E soprattutto, come adeguarsi in modo efficace e senza costi eccessivi?

Le principali novità del Regolamento UE 2025/40

  1. Riduzione degli sprechi di imballaggio

Il regolamento introduce misure volte a limitare il consumo eccessivo di materiali, riducendo l’uso di imballaggi non necessari e promuovendo soluzioni più leggere e ottimizzate. L’obiettivo è evitare sprechi e diminuire la quantità di rifiuti generati dagli imballaggi.

Obblighi per le aziende:

  • Minimizzare la quantità di materiale utilizzato.
  • Ridurre l'uso di plastica monouso e materiali non riciclabili.
  • Preferire imballaggi riutilizzabili o progettati per un riciclo efficiente.

Come RLC può aiutarti
Grazie alle nostre soluzioni antiscivolo (GRIP SHEET e GRIP FIX) , le aziende possono ridurre la necessità di imballaggi secondari e diminuire il consumo di plastica, film estensibile e altri materiali. Questo significa:

  • Meno materiali di scarto, con un risparmio sui costi di smaltimento.
  • Maggiore stabilità del carico durante il trasporto, senza bisogno di imballaggi superflui.
  • Soluzioni eco-friendly che rispettano le nuove normative senza compromettere la sicurezza delle merci.
  1. Obbligo di riciclabilità e utilizzo di contenuto riciclato

Uno degli aspetti centrali del nuovo regolamento è la promozione di imballaggi completamente riciclabili e con una percentuale minima di materiali riciclati, specialmente per la plastica.

Obiettivi del regolamento:

  • Tutti gli imballaggi dovranno essere riciclabili entro il 2030.
  • Per gli imballaggi in plastica, verranno stabiliti minimi obbligatori di contenuto riciclato.
  • Incentivare l’uso di materiali alternativi e più sostenibili.

Come RLC può supportarti
Noi di RLC aiutiamo le aziende a individuare materiali e soluzioni conformi al regolamento, offrendo consulenza su packaging riciclabile e strategie per migliorare la sostenibilità degli imballaggi.

Grazie alle nostre alternative eco-friendly, le aziende possono:

  • Ridurre la dipendenza da materie prime vergini.
  • Migliorare il tasso di riciclabilità dei propri imballaggi.
  • Adottare imballaggi più leggeri e facili da smaltire.
  1. Nuovi standard di etichettatura e trasparenza

Il regolamento impone nuove regole per l’etichettatura degli imballaggi, rendendo obbligatorie informazioni chiare sulla composizione e sul corretto smaltimento.

Cosa cambia per le aziende?

  • Etichette più dettagliate per facilitare la raccolta differenziata.
  • Informazioni obbligatorie sulla riciclabilità e sui materiali utilizzati.
  • Introduzione di standard unificati a livello europeo.

Come RLC può aiutarti
Forniamo supporto nella revisione delle etichette, garantendo che tutte le informazioni richieste siano ben visibili e conformi alla normativa. Inoltre, aiutiamo le aziende a migliorare la comunicazione della loro sostenibilità ambientale, un elemento sempre più strategico per il mercato.

  1. Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) e nuovi obblighi finanziari

Il Regolamento introduce nuovi obblighi per i produttori, che dovranno coprire i costi legati alla gestione e al riciclo degli imballaggi attraverso un sistema di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR).

Principali cambiamenti:

  • Ogni azienda sarà responsabile dell’impatto ambientale dei propri imballaggi.
  • Saranno introdotte tasse e contributi basati sulla sostenibilità degli imballaggi.
  • Le imprese dovranno rendicontare la quantità di materiali utilizzati e smaltiti.

Come RLC può ridurre i tuoi costi
Utilizzando soluzioni di imballaggio più sostenibili e ottimizzate, le aziende possono ridurre i contributi richiesti dalla normativa EPR. I nostri prodotti permettono di abbassare i costi a lungo termine, grazie a:

  • Riduzione dei materiali utilizzati.
  • Maggiore riutilizzabilità degli imballaggi.
  • Minori impatti ambientali e minori oneri fiscali.

 

Adeguarsi al Regolamento UE 2025/40: perché affidarsi a RLC?

RLC è il partner ideale per le aziende che vogliono adeguarsi al nuovo regolamento in modo semplice ed efficace. Grazie alla nostra esperienza e ai nostri prodotti innovativi, possiamo aiutarti a:

Ridurre il consumo di plastica e materiali non riciclabili.
Ottimizzare gli imballaggi per rispettare i nuovi standard.
Abbattere i costi legati alla responsabilità estesa del produttore.
Garantire la conformità normativa senza compromessi sulla sicurezza.